Cinquemilaparole
Il protagonista di questo romanzo ha uno scopo, ovvero quello di raggiungere la famigerata quota di cinquemila parole al giorno stabilita da Jack Kerouac. Per portare a termine il suo compito, tuttavia, e cioè diventare, come dice lui, “il più grande scrittore del mondo”, sarà costretto ad abbandonare il paesino dove è nato e cresciuto, luogo purtroppo per lui di continue distrazioni. Si recherà così a Milano, convinto che l’aria della metropoli possa stimolare la sua vena creativa. Ben presto, però, dovrà fare i conti con le insidie tesegli dalla grande città. Qui infatti si macchierà di un crimine orrendo: con l’intento di salvare una donna, colpirà a morte un uomo. Tra varie peripezie, sconterà parte della sua pena in carcere; finché, aiutato dal direttore di una rivista sportiva, troverà un’occupazione come giornalista. Le sventure per questo “Pinco Pallino qualsiasi” (com’è riportato nella nota introduttiva del libro) sono sempre alle porte: e così si vedrà costretto a fare ritorno al suo paesino di origine, dove incontrerà non poche difficoltà, a causa della ritrosia della gente (ex amici, parenti e semplici conoscenti). Pare infatti che nessuno sia più disposto ad avere a che fare con lui, che tutti continuino a considerarlo uno sporco omicida e quindi una persona pericolosa da cui tenersi a debita distanza. Ma qualcos’altro, un evento inaspettato, farà sì che il nostro protagonista possa riscattarsi agli occhi di tutti, in particolar modo a quelli del burbero padre.