Scheda dell'editore:
Un romanzo biografico, di formazione e sviluppo personale.
Potrebbe sembrare detto così, un “Gatto di piombo” magari con solenne accompagnamento di note Wagneriane. Assolutamente no!
Con un o stile chiaro e leggero ci troviamo a Torino nel nostro passato prossimo, all’epoca del distanziamento sociale e della tessera verde appena usciti da lockdown vero e proprio.
Tutte misure draconiane che se sono risultate dubbie per efficacia di prevenzione, hanno indubbiamente prodotte conseguenze negative sul piano psicologico.
Nel caso della protagonista Amelia, infatti, hanno fatto esplodere contraddizioni dormienti nel suo animo in ossessioni e fobie riguardo ai germi creando una specie di anestesia affettiva. Eppure il negozio delle idee che lei gestisce la porterà lentamente ad affrontare i mostri esterni, a lasciare la casa dei genitori e, in un percorso difficile a ritrovare il proprio posto nel mondo della vita in generale e dell’amore in particolare.
Romanzo realistico ed autobiografico? Certamente ma non privo di una certa atmosfera da realismo magico. Una riflessione pare opportuna: quand’è che un romanzo ti coglie e ti seduce? Quando il patto implicito tra Autore e Lettore, sull’illusorietà di ogni narrazione come le fiction viene lentamente dimenticato e tu, lettore, vuoi essere là a vivere quelle vicende. Ebbene, si può fermare che l’autrice è riuscita a creare risonanze e rispecchiamenti cosicchè possiamo ritrovare stati d’animo e emozioni personali, analogie con eventi soggettivi o con canzoni, poesie opere cinematografiche che sono stati importanti nella nostra vita. Senza sforzo ci troviamo a considerare le vicende della protagonista e degli altri personaggi come familiari. L’autrice, inoltre, attraverso un trucco metanarrativo crea un personaggio che affida un proprio romanzo alla propria protagonista.
Si crea così una sorta di dialogo, con questo ulteriore testo illusorio che permette di chiarire meglio vicende e riflessioni.
Il tutto con stile delicato ma mai sdolcinato e svenevole. Interessanti pure ed opportune le ampie citazioni di testi musicali e poetici. Da notare, verso la fine del percorso narrativo un ulteriore scrittura nella scrittura: un brano di diario in cui la protagonista crea una sorta di riassunto del suo viaggio di riscoperta personale. Terminando con una serie di Buonanotte a…
Questo, magari per analogia ci induce a ricordare la canzone della Bertè intitolato “Dedicato”.
L’autrice è riuscita quindi a danzare su fili di ragno narrativi senza spezzarli e soprattutto senza indurre a cadute di attenzione del lettore.