Radici in movimento
Perché chi possiede disprezza e sottomette chi non possiede niente ed è destinato a lottare per sopravvivere? Perché i poveri vengono sempre ignorati? E perché i politici sono più propensi ad accontentare i grandi possidenti e non gli ultimi della catena sociale?
Con un tono dolente e uno sguardo arguto e sarcastico insieme, in queste pagine vengono raccontate le vicissitudini di un contadino del sud tra la fine dell’Ottocento e il post-fascismo: il brigantaggio, il latifondismo, le lotte bracciantili, l’emigrazione, la Grande Guerra, il Fascismo, la Seconda Guerra Mondiale, la Riforma Agraria dell’Italia liberata, il nuovo ciclo di emigrazione. Il tutto raccontato dagli occhi di un uomo in cerca di strategie di sopravvivenza e di portare a casa la pelle, come quando nel ’43 i nazisti lo costrinsero a scavare la fosse dove lo avrebbero seppellito se uno zio non fosse intervenuto.
La vita del protagonista testimonia le vicende che hanno causato l’arretratezza dell’Italia meridionale, descritte nel loro tragico spessore.